QUANDO L’ORIENTE INCONTRA L’OCCIDENTE
Umberto Vattani
Dans les arts rien ne vit que ce qui donne continuellement du plaisir.
Stendhal
L’arte è un veicolo attraverso il quale gli artisti comunicano con il mondo, esplorando e trasmettendo le proprie visioni, emozioni e riflessioni. Tra gli innumerevoli talenti che colorano il panorama artistico contemporaneo, emerge la figura affascinante di Tomoko Fait, un’artista giapponese le cui sfavillanti composizioni stupiscono e stimolano la mente, invitando a immergersi in un universo di forme in continue mutazioni, variazioni di colori e micro disegni intriganti.
Tomoko Fait, con la sua inconfondibile arte, crea opere che vanno oltre la semplice rappresentazione visiva, penetrano nell’animo degli spettatori suscitando sorpresa e talvolta disorientamento. È facile perdersi nel dedalo delle linee fluttuanti dell’antica tradizione nipponica, inseguendo combinazioni complesse che si tramutano in improvvise costellazioni floreali. La successione nella rappresentazione di istanti e di pause invita a fermarsi, a tornare indietro, immaginando percorsi favolosi e surreali.
Le sue tele sono dipinte con la sicurezza del tratto, talvolta interrotto e spesso modulare, con una tecnica che mescola abilmente segni e colori. Nascono così assemblaggi seducenti che catturano l’attenzione e ispirano l’immaginazione. Ogni frammento racconta una storia, ogni colore evoca un’emozione, trasportando l’osservatore in un viaggio sensoriale e concettuale poetico.
L’immersione visiva nei labirinti creati dall’artista svela uno o più fiabe che cercano un inizio e una fine. Si inseguono forme libere e leggere, si penetra all’interno delle composizioni, si respira la densità di presenze oscure, di tessiture, di merletti. Quelle che appaiono veri e propri itinerari si dividono in sentieri dell’ignoto, per poi muoversi in movimenti circolari tra mille variazioni e successioni di momenti irripetibili. Si ritorna alla realtà, custodi di una esplorazione onirica.
Tomoko nasce in Giappone, nei dintorni di Fukuoka, da una famiglia borghese buddista. Suo padre, ex militare, lavora nell’industria navale, mentre sua madre si occupa della casa e dei figli. Tomoko, insofferente e ribelle alle tradizioni giapponesi, lascia la famiglia appena raggiunge la maggiore età.
Nel 1979, approfittando dell’ammissione delle donne al servizio militare, entra nell’aeronautica giapponese. Sebbene aspiri a diventare pilota di caccia, viene assegnata come motorista. Quest’esperienza la spinge verso l’indipendenza e la libertà, rendendola refrattaria ai compromessi.
Nonostante un matrimonio e dieci anni di vita familiare, Tomoko non riesce a sopprimere il desiderio di esplorare il mondo. Abbandona nuovamente il Giappone nel 1997, dirigendosi verso Israele. Qui, frequenta la scuola d’arte e scopre la sua passione per la pittura.
Dal 2002 vive in Italia, dove ha già tenuto diverse mostre personali.
Quando l’opera di Tomoko Fait si intreccia con le sculture di Ruggero Lenci nasce un dialogo silenzioso e potente. Gli imponenti totem di Ruggero Lenci, con la loro solidità e tridimensionalità dominano la materia, mentre i dipinti di Fait ne esplorano l’essenza e la trasformano in pura emozione visiva. Questa complementarietà tra due linguaggi artistici diversi, ma allo stesso tempo così intrinsecamente legati, da luogo a un’esperienza estetica che sfida e arricchisce lo spettatore.
La contemporanea presenza di alcune tra le più suggestive opere di Tomoko Fait e di Ruggero Lenci in queste sale ci invita a compiere un’escursione nel mondo dell’arte contemporanea che esplora i confini tra realtà e astrazione, materia e spirito, consentendoci di scoprire nuove prospettive sul significato e sulla bellezza dell’arte.