L’arte di Tomoko è un’arte particolare, diversa da quello che di solito siamo abituati a vedere. Nella sua opera il sapore di una tradizione antica, quella giapponese, viene solo lontanamente evocata per far emergere invece uno stile estremamente nuovo e personale. Che si tratti di un’esplosione di colori o di un tratteggio nero su tela bianca, queste opere sono tutte cariche di una grande energia interna che governa la musicalità della composizione, e che si fonde con l’andamento a volte sinuoso, a volte più geometrico delle sue forme.
Tomoko Fait esegue i suoi lavori con una grande meticolosità: ogni segno infatti, ogni singola traccia nel quadro è rigorosamente eseguita a mano con una tecnica che incide minuscoli punti, che formano invece una rappresentazione di ampie dimensioni.
In opere come “Creazione e Luce” del 2002, oppure in “Illusione” del 2008 la tela è fittamente decorata fino ad occuparne ogni millimetro, creando delle immagini cariche di gioia e di grande intensità. In un’altra opera come “I tre saggi” invece, realizzata nel 2003, oltre al mondo floreale e a decorazioni provenienti da una memoria a noi lontana, emerge anche la figura umana; questa però è solo accennata nei volti in una raffigurazione lontana dalla resa anatomica e realistica, tracciata quasi a rompere il morbido ritmo della trama decorativa, che esplode in motivi di nero e di rosso acceso.
Nonostante la poesia che si anima nelle composizioni di questa artista, ogni suo lavoro è marcato da una grande precisione, sembra quasi che un ordine geometrico si celi anche dietro le forme apparentemente più libere. Il rigore dunque è alla base del suo modus operandi e caratterizza la cura anche del più piccolo particolare, e sono proprio questi segni microscopici e formare l’intera rappresentazione.
Sebbene faccia uso di una tecnica così precisa, però, nelle opere di Tomoko Fait regna un senso di magia, di un universo reso immenso dalla moltitudine di punti che tracciano bellissime immagini, alle volte a metà tra il sogno e l’evasione in una dimensione ignota.
L’interiorità e l’originalità sono elementi fondamentali nell’attività di questa artista, che attraverso i suoi lavori proietta l’osservatore in un mondo incantato, sospeso. Un mondo in cui ogni sforzo di interpretazione sembra venir meno per lasciar spazio ad una ricezione puramente sensoriale, o meglio ad una perdita di sensi in universi nuovi.
Lea Ficca
Il Muro mag
(Latina, aprile 2013)